La nave bianca (1941)
E' un film di guerra del 1941, diretto o supervisionato da Francesco De Robertis, un alto ufficiale della Marina Militare, nativo di San Marco in Lamis, che avrebbe dedicato una vasta filmografia all'ambiente della Marina Militare. Durante la seconda guerra mondiale, i marinai imbarcati su una nave da battaglia della Marina Militare Italiana, intrattengono una fitta corrispondenza epistolare con le madrine di guerra. Il marò fuochista Augusto Basso scambia le sue lettere con Elena Fondi, una maestrina di scuola elementare. Elena ha diviso in due pezzi una medaglietta, metà l'ha tenuta lei e metà l'ha inviata ad Augusto. I due si danno appuntamento alla stazione ferroviaria di Taranto, ma quando Augusto sta per sbarcare, la nave salpa improvvisamente per prendere parte ai combattimenti di Punta Stilo e di Capo Teulada. Durante i combattimenti, molti marinai vengono feriti tra cui lo stesso Basso che deve subire un intervento chirurgico. Caricato sull'idrovolante sanitario viene trasferito sulla nave ospedaliera “Arno” e affidato alle cure delle Infermiere del Corpo Volontario. Tra queste vi è anche Elena. Elena riconosce Augusto attraverso la medaglietta, ma decide di non svelare la sua identità. Tutti i feriti sono preoccupati per la sorte della loro nave che ancora non ha fatto ritorno in porto. Elena si fa dettare da Augusto una lettera indirizzata a sé stessa e gli scrive una lettera di risposta. Dopo avergliela letta Augusto si accorge della medaglietta indossata da Elena e la riconosce. La nave rientra finalmente in porto, tutti i compagni di Augusto escono sul ponte per salutarla mentre lui è ancora immobilizzato a letto. Con l'aiuto di Elena che lo abbraccia e lo solleva riesce anche lui a vedere il passaggio della nave attraverso l'oblò. È una pellicola importante per la storia del cinema in quanto rappresenta il primo film sonoro girato in Puglia e uno dei due film prodotti, durante la guerra, nella regione. Questo spiega anche perché gli attori non siano professionisti. Gli esterni sono realizzati a Taranto ed in particolare nell'area portuale, che di lì a poco sarebbe stata uno dei bersagli principali degli attacchi aerei britannici. Prodotto da Cesare Girosi (che è anche l'aiuto regista), per conto della Scalera Film, ha come "protagonisti i marinai feriti durante una battaglia navale, che vengono trasferiti e ricoverati sulla nave ospedaliera “Arno”. Uno di loro intraprende una corrispondenza con una crocerossina, madrina di guerra". Per la prima volta il montaggio è curato da Eraldo Da Roma, che era stato tenore ed è considerato “il più grande montatore di tutti i tempi”. Ha curato in particolare il montaggio di alcuni film di Francesco De Robertis: oltre a “La nave bianca”, ha montato "Uomini ombra", "Mizar (Sabotaggio in mare)" e "Yalis, la vergine del Roncador". Nella fase di montaggio, il regista ha inserito immagini originali ed inedite delle vere battaglie combattute a Punta Stilo e Capo Teulada. La sorella di Nino Baragli aveva seguito al nord suo marito Carlo Bellero, operatore di questo film. Erano rimasti al nord all'epoca del governo di Salò e lavoravano nei teatri di posa della ”Nuova Scalera”, che si era trasferita a Venezia e cercava di portare a termine la produzione del film “Marinai senza stelle”. Nino Baragli cominciò da aiuto-operatore: caricava e scaricava gli châssis. Non c'erano macchine di primo ordine: erano "Arriflex", facili da caricare. Andò a dare una mano anche a De Robertis, che faceva il montaggio da solo, stava seduto alla moviola, faceva tutto, tagliava, attaccava, proprio come un montatore. C'era una ragazza che faceva l'assistente: non si numerava la pellicola, non si trovavano mai i tagli. Il film è “ritenuto anticipatore del neorealismo”: fu supervisionato da Roberto Rossellini, che - quattro anni dopo - avrebbe dato inizio al nuovo cinema postbellico in Italia, appunto il neorealismo (ma non si è mai chiarita la natura della sua collaborazione al film di De Robertis). Secondo Roberto Poppi, Francesco De Robertis scrive il soggetto per il film, lo supervisiona e solo in parte lo dirige, ma poi lo lascia nelle mani di Roberto Rossellini, a cui ne affida il compimento. Secondo la “Garzantina”, invece, De Robertis cura solo la supervisione alla regia di Roberto Rossellini. Altri critici attribuiscono il film direttamente ed esclusivamente a Rossellini, lo presentano come il suo primo film da regista, cioè il primo lavoro della cosiddetta Trilogia della guerra fascista di Rossellini, assieme a Un pilota ritorna (1942) e L'uomo dalla croce (1943). Va rilevato che la "Scalera Film" , quando richiede il nulla osta di esportazione per la pellicola, dichiara (forse per convenienza) che essa è stato realizzata dal regista Roberto Rossellini.
L'Onorevole Giulio Andreotti, Sottosegretario di Stato per lo Spettacolo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la prima legislatura ha fornito documenti dell'Ufficio di revisione cinematografica, relativi alle pellicole "condizionate" o "respinte" dalle commissioni di revisione. La "Scalera" ha richiesto il nulla osta di esportazione per il film "La nave bianca" (del quale è attualmente vietata la circolazione in Italia). Il funzionario Calvino il 5 luglio 1947 scrive al Sottosegretario in merito: "presenta alcuni episodi di cui sono protagonisti i feriti di una battaglia navale, ricoverati sulla nave ospedale "Arno". La pellicola presenta, sul piano tecnico artistico, notevoli pregi. Le parti descrittive, relative alle azioni di guerra, hanno un tono assai moderato e non assumono mai accenti di aperta e dichiarata polemica contro gli Alleati. Si ritiene di poter concedere il nulla osta di esportazione, lasciando agli organi di censura dei singoli Stati, nei quali il film sarà proiettato, ogni ulteriore decisione circa l'opportunità o meno di ammettere, anche a seguito di eventuali tagli, il film stesso alla programmazione." Il film è stato proiettato in Italia con data di uscita il 14 settembre 1942; è stato esportato e proiettato in diversi paesi. In Francia nel 1943, con il titolo “Le navire blanc” e nei paesi di lingua inglese con il titolo “The White Ship International”. Il titolo della ultima versione estera è: "En co-réal". Il film è uscito, dopo molti anni, anche in versione DVD da Dolmen Home Video e Legocart. La secchezza di tipo documentaristico e la semplicità della storia hanno spesso indotto a vedere nei film diretti oppure supervisionati da De Robertis, uno degli antesignani del neorealismo. Con certezza Francesco De Robertis gira il film con scontati intenti propagandistici. Il regista, dopo la caduta del fascismo, entra a far parte del movimento del cinema neorealista: è un precursore del movimento stesso. In una critica contemporanea al film si legge: «il De Robertis tenacemente e pazientemente scruta ed esprime la sua realtà; tutto ciò è una severa lezione e può suscitare nel nostro cinema una tendenza in più, il valore dato al cosiddetto ambiente, in funzione di coro, di atmosfera, talvolta di protagonista; in più ancora, un'esatta intuizione di quali debbano essere i rapporti tra immagine e suono».
Sebbene il mare di Taranto si affacci a ovest, gli albori del cinema neorealista italiano si videro proprio sulle nostre sponde. La Nave Bianca è un film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e girato su una nave della Marina Militare Italiana, ed è un pezzo fondamentale della storia del cinema: l'uso di attori non professionisti, il taglio documentaristico e il piglio anti-retorico, suggellano un'opera che prende le distanze dal cinema fascista di propaganda, aprendo le strade al neorealismo rosselliniano post-bellico. Protagonisti sono dei marinai che leggono e scrivono alle loro madrine di guerra. Augusto, fuochista della nave, ha una fitta corrispondenza con Elena, maestrina elementare. Elena ha percorso tutta l'Italia per poterlo conoscere, ha regalato ad Augusto metà della propria medaglietta che lui adesso indossa sempre al collo.
I due si danno appuntamento alla stazione di Taranto ma, poco prima che Augusto possa sbarcare, la nave su cui è imbarcato salpa per partecipare ai combattimenti di Punta Stilo. La Nave Bianca è stato il primo film sonoro girato in Puglia, le riprese furono girate nell'intera area portuale di Taranto che poco dopo diventò una delle zone maggiormente colpite dai bombardamenti aerei inglesi. Fu diretto da Francesco De Rubertis e Roberto Rossellini al suo esordio, al montaggio invece Eraldo da Roma, considerato uno dei migliori montatori del cinema italiano. Le madrine di guerra furono una vera istituzione nel primo conflitto mondiale. A quei tempi erano signorine della buona società che confortavano con lettere e pacchi i soldati, più spesso gli ufficiali, che si trovavano al fronte. Una corrispondenza che aiutava i militari a non sentirsi troppo soli e a essere confortati nei momenti peggiori. A volte, anzi molto spesso, i due non si conoscevano, erano stati messi in contatto epistolare nei modi più svariati. Al ritorno i due potevano anche sposarsi, più spesso restavano soltanto amici, oppure non si incontravano mai e tutto finiva in niente.
Titolo originale: La nave bianca
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 1941
Durata: 69 min.
Colore: B/N
Audio: Sonoro
Genere: Bellico
Regia: Francesco De Robertis e Roberto Rossellini
Soggetto: Francesco De Robertis
Sceneggiatura: Francesco De Robertis
Produttore Esecutivo: Cesare Girosi
Casa di produzione: Centro Cinematografico del Ministero della Marina, Scalera Film
Distribuzione: Italiana- Scalera Film
Fotografia: Giuseppe Caracciolo
Operatori: Mario Bava, Carlo Bellero, Angelo Baistrocchi
Montaggio: Eraldo Da Roma
Musiche: Renzo Rossellini
Scenografia: Amleto Bonetti
Imbarco a mezzanotte (Stranger on the Prowl) (1952)
E' un film drammatico del 1952, diretto dai registi Joseph Losey e Andrea Forzano, tratto dal racconto "La bouteille de lait" dell'ebreo francese Noel Calef. In un porto italiano, un uomo si imbarca clandestino nella stiva d'una nave, ma è scoperto e scende a terra affamato: vaga nella città e ruba in una latteria. La esercente lo sorprende e l'uomo la soffoca. Poi fugge insieme a un ragazzo, che - prima di lui - aveva rubato una bottiglia di latte nello stesso negozio (da qui il titolo del romanzo“La bouteille de lait”, da cui è tratto il film).
Insieme entrano in una casa, ma la polizia la circonda. Allora salgono sul tetto: il ragazzo sente chiamare “assassino” l’uomo e perciò si stacca da lui, ma mette un piede in fallo e resta in bilico sul cornicione. L'uomo potrebbe fuggire sui tetti, ma preferisce salvare il ragazzo, anche se poi è colpito da un poliziotto e precipita sulla strada. Il film è prodotto da"La riviera Film" per la United Artistsed è girato in lingua inglese nel 1951. Luoghi delle riprese per gli esterni: Taranto, Livorno, Pisa. Interni: "Studios Pisorno" a Tirrenia. Il film ha avuto successo internazionale. Distribuito nei paesi di lingua inglese con il montaggio rifatto, con tagli per circa 20': (in Gran Bretagna con il titolo "Encounter"). In Italia il film è proiettato nel 1954 con prima in data 20 agosto.
La distribuzione avviene anche in Svezia, Stati Uniti, Finlandia, Danimarca, Austria, Germania. “Losey cava un film sbilenco tra intenzioni moralistiche, struttura da thriller, influenze del neorealismo italiano, evidenti a livello scenografico (luci di Henri Alekan) e rapporto metaforico padre/figlio che, comunque, vale più della sua cattiva fama.” Il film è girato nel periodo in cui negli Stati Uniti opera una commissione d’inchiesta con l’incarico di eliminare i comunisti che operano nell'industria cinematografica. Il Commissione per le attività antiamericane, the House Committee on Un-American Activities (HUAC) della Camera dei Rappresentanti, indaga anche sul regista Joseph Losey e sullo sceneggiatore Ben Barzman, entrambi allievi di Bertolt Brecht, finiti sulla lista nera per le loro simpatie comuniste. Di fatto Andrea Forzano collabora alla sceneggiatura e alla regia, ma viene indicato come unico regista del film nella versione Usa, perché Losey opera in clandestinità e sotto falso nome. Un uomo, nella disperata ricerca di espatriare si nasconde nella stiva di una nave ormeggiata. Scoperto e scacciato da questa è costretto a vagare affamato e senza denaro per le vie della città. Il suo vagabondare termina in un lattificio che lui cerca di rapinare, l'uomo, nel tentivo di azzittire la proprietaria accidentalmente la uccide strangolandola. Da ora inizia la sua fuga assieme ad un nuovo compagno di sventura: un ragazzo, che entrato prima di lui nella latteria, aveva rubato del latte ed ora si crede inseguito. I due nella loro fuga si rifugiano sul tetto di una casa ormai circondata dalla polizia. L'uomo potrebbe fuggire ma è richiamato dal disperato grido del ragazzino che scivolando è rimato appeso nel vuoto, aggrappato al cornicione. Egli torna indietro e salva il ragazzino pagando questo gesto con la propria vita, viene infatti colpito a morte dalla polizia e precipita sulla strada. Girato nel 1951 dal regista londinese Joseph Losey in lingua inglese tra Taranto e Livorno, Imbarco a mezzanotte è un film drammatico con influenze legate al neorealismo italiano grazie alla fotografia curata da Henry Alekan e al tema trattato del rapporto tra padre e figlio. Fu distribuito in Gran Bretagna e nei paesi di lingua inglese nel 1952, in Italia invece fu proiettato per la prima volta il 20 agosto del 1954. Joseph Losey mentre girava il film in Italia fu richiamato a testimoniare in America davanti al Comitato per le Attività Antiamericane. Il comitato era nato nei primi anni della guerra fredda e faceva parte del Maccartismo, un progetto nato dal senatore MacCarthy per sradicare ed allontanare dall'industria cinematografica americana i comunisti ed i sovversivi. Losey decise di non sottomettersi alle intimidazioni e alle leggi del comitato, decise di tornare in Inghilterra e di lavorare sotto falso nome usando lo pseudonimo Victor Hambury. (Cinerapsodi).
Imbarco a mezzanotte
Paese di produzione
Italia, USA
Anno
1952
Durata
100 min
Colore
b/n
Audio
sonoro
Genere
drammatico
Regia
Joseph Losey e Andrea Forzano
Sceneggiatura
Ben Barzman e Andrea Forzano
Fotografia
Carlo Fiore e Henri Alekan
Montaggio
Thelma Connell
Musiche
Giulio Cesare Sonzogno
Interpreti e personaggi
- Giuseppe Addobbati:
- Beatrice Mancini:
- Héléna Manson: Commerciante
- Vittorio Manunta: Giacomo
- Giulio Marchetti: Signor Raffetto
- Fausta Mazzucchelli: Sorella di Giacomo
- Paul Muni: L'uomo
- Gianni Baghino: L’Uomo (controfigura)
- Ave Ninchi:
- Luisa Rossi: Madre di Giacomo
- Leonardo Scavino: Mancini
- Aldo Silvani: Peroni
- Linda Sini: Signora Raffetto
- Cesare Trapani: Un amico di Giacomo
- Joan Lorring: Angela
- Henri Alekan: Prete in bicicletta
- Nando Bruno:
- Arnoldo Foà:
- Enrico Musy:
I fantasmi del mare (1948)
Fantasmi del mare è un film di guerra del 1948 per la regia di Francesco De Robertis.
È primo film significativo del regista, un alto ufficiale della Marina Militare, che ha dedicato una vasta filmografia all'ambiente della Marina Militare Italiana.La produzione è curata da Michele Savini per CCI. La distribuzione è affidata alla Atlantis Film.
Il film è interamente girato in un set allestito nell'Arsenale Militare Marittimo di Taranto.
Una scena è girata alla vicina "Villa Peripato".
Il film si avvale della collaborazione tecnica alla regia di Vittorio Cottafavi. De Robertis si affida ancora per la fotografia a Carlo Bellero, che firma, in tutto, otto suoi film.
De Robertis inserisce nel cast per la prima volta l'attore debuttante Nino Milano, l'unico che apparirà in cinque film del regista. Affida il ruolo di “Comandante” a Nicola Morabito, uno dei pochi attori che il regista riconferma per la seconda volta. Fa debuttare nel cinema il barese Umberto Raho, che sarà interprete di un centinaio di film.
È un film importante per la storia del cinema in Puglia: il quinto girato nella regione nel dopoguerra.
In seguito è stata predisposta una versione “DVD”. La locandina raffigura un volto di marinaio e, sullo sfondo, marinai schierati su una nave militare.
L'ufficiale della Marina Militare, Capo Arena, già comandante di una nave in disarmo, ricostruisce l'ultima fase della seconda guerra mondiale e rievoca un episodio dell'8 settembre 1943. Al comando della nave, sulla quale è imbarcato il figlio, prende una drammatica decisione che riguarda le sorti dell'equipaggio.
Film con stile austero e asciutto, completato ottobre 1948. Il film ha una valenza storica, perché risulta la prima compiuta riflessione sui tragici avvenimenti dell'8 settembre 1943. La vicenda reale riguarda il viaggio compiuto dalla nave “Giulio Cesare”da ola a Malta.
In concomitanza con il neorealismo, Francesco De Robertis dedica il suo film al mondo della marina militare, e utilizza attori poco conosciuti, fra i quali la giovane attrice di teatro Anna Arena (ligure) e Raf Pindi (originario della Puglia). Durante la lavorazione il film aveva il titolo di RottaSud. Un lavoro corretto, come del resto tutti i film di De Robertis, specialista in storie marinare[2]
La povertà di mezzi non permette all'autore gli squarci marini delle opere precedenti; montaggio serrato, uso espressivo dei primi piani, disegno preciso delle singole psicologie e dialoghi ineccepibili tengono desta l'attenzione.Il Comune ove è nato, San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, ha voluto dedicare il Cinema Comunale a “F. De Robertis”.
Il film ha aperto la rassegna di film bellici curata da Maurizio Cabona per le celebrazioni per la Festa delle Forze Armate il 5 novembre 2008 al cinema Trevi di Roma. Ignazio La Russa ha inaugurato la rassegna, realizzata in collaborazione con Ministero della Difesa ed il Centro Sperimentale di Cinematografia (Cineteca Nazionale).
Fantasmi del mare
Titolo originale
Rotta Sud
Paese di produzione
Italia
Anno
1948
Durata
95 minuti
Colore
bianco/nero
Audio
sonoro
Genere
guerra
Regia
Francesco De Robertis
Soggetto
Nicola Morabito, Francesco De Robertis, Giorgio Pastina
Sceneggiatura
Nicola Morabito, Francesco De Robertis, Giorgio Pastina
Produttore
CCI
Fotografia
Carlo Bellero
Montaggio
Francesco De Robertis
Musiche
Mario Nascimbene
Interpreti e personaggi
- Raf Pindi: L'ufficiale
- Nicola Morabito: Il comandante
- Anna Arena: Padrona della Stireria
- Gaby Sylvia: Moglie del Comandante
- Umberto Raho: sottocapo Luigi Serra
- Renato De Carmine
- Raoul Grassilli
- Umberto Orsini
- Nino Milano
- Allegra Sander
- Bianca Doria
- Lucia Brusco
- Carlo Giustini
- Umberto Balzo
- Celso Carlini
- Ugo Donarelli
- Barbara Deperusse
- Antonio La Torre
- Giovanni Lovatelli
- Sandro Morabito
I pirati a capri (1949)
I pirati di Capri (The Pirates of Capri ) è un film storico del 1949, diretto dai registi Edgar G. Ulmer e Giuseppe Maria Scotese, quest’ultimo non accreditato nella versione USA. La rivolta di Napoli del 1779 coinvolge un gruppo di uomini detti "I pirati di Capri", guidati dal sedicente Capitan Sirocco, il quale ha una doppia vita ed in realtà è il conte Amalfi e fa parte della Corte dei Borboni. La Regina Maria Carolina cerca di fuggire a Palermo, consigliata dal nobile tedesco Von Holstein, capo della polizia Del cast fanno parte l'attrice Binnie Barnes, in un periodo di calo: all’età di 46 anni interpreta il ruolo di Maria Carolina, Regina di Napoli. Eleonora Rossi Drago, indossatrice esclusa dal concorso Miss Italia, esordisce al cinema con questo film all’età di 22 anni. Primo film girato in Italia dal regista tedesco, è ambientato a Napoli, ma molte scene sono girate a Taranto. Della pellicola sono rimaste copie rimaneggiate (recuperate nel 1998 da un controtipo nitrato) e non esiste più la versione italiana originale. Peraltro, sembrerebbe che la versione originale italiana esista ancora, ma che si trovi a Roma nel magazzino di 'pizze' cinematografiche di proprietà di un'attrice italiana degli anni '70 e che sia oneroso rimetterla in circolazione.... Nel manifesto appare l’attore Louis Hayward.[2]
Il regista Edgar G. Ulmer riesce a produrre film a basso budget, ma non è il caso de I pirati di Capri. Il film è memorabile per la colonna sonora con musiche originali di Nino Rota, che conferisce atmosfera. Il film ha avuto successo internazionale e, oltre che in Italia è stato distribuito in Stati Uniti d'America, Portogallo, Francia,Germania Ovest, Danimarca, Giappone e Finlandia. (Wikipedia) I Pirati di Capri è un film storico in costume, il primo film girato dal regista tedesco Edgar G.Ulmer in Italia. Taranto fu scelta come location di molte scene, ma la storia è ambientata nella Napoli del 1779. Il capitan Scirocco guida la rivolta popolare antiborbonica contro la regina Carolina, succube del nobile tedesco Von Holstein, capo della polizia. Il tema del doppio è il principale filo conduttore del film: dietro la figura rivoltosa di capitan Scirocco (interpretato da Hayward) si nasconde infatti il conte di Amalfi, cicisbeo della regina. Alla maschera e alla teatralità della rappresentazione Ulmer affida il suo intento satirico: quando non veste i panni di capitan Scirocco, il conte di Amalfi è un personaggio tratteggiato con una forte impronta caricaturale. Il film ebbe grande successo in tutto il mondo grazie anche ad un cast internazionale e alla colonna sonora scritta dal grande compositore italiano Nino Rota.E' un film molto raro, di cui sono rimaste in circolazione pochissime copie che, rimaneggiate, sono state restaurate e recuperate nel 1998. Si dice che l'unica copia originale in italiano sia in possesso di un'attrice italiana e che sia molto oneroso restaurarlo per rimetterlo in circolazione. Edgar G. Ulmer è considerato il re dei B-movie, del cinema indipendente della prima metà del Novecento. La sua produzione difatti spaziò con grande libertà stilistica dal noir all'horror psicologico, da soggetti in cui protagonisti erano melting pot al western. Il regista rivendicò addirittura la sua collaborazione al set de "Il Gabinetto del Dottor Caligari", manifesto dell'espressionismo cinematografico tedesco, partecipazione più tardi smentita da Fritz Lang. La sua rivalutazione avvenne sulle pagine dei Cahier du Cinema, grazie a François Truffaut. (Cinerapsodi)
Pirati di Capri
Paese di produzione
Italia, Stati Uniti d'America
Anno
1949
Durata
95 min
Colore
b/n
Audio
sonoro
Genere
storico
Regia
Edgar G. Ulmer e Giuseppe Maria Scotese
Soggetto
Giorgio Moser, Golfiero Colonna,Bruno Valeri
Sceneggiatura
Guido Fiorini, Sidney Alexander
Casa diproduzione
Industrie Cinematografiche Sociali
Fotografia
Anchise Brizzi
Montaggio
Renzo Lucidi
Musiche
Nino Rota
Scenografia
Guido Fiorini
Interpreti e personaggi
- Louis Hayward: Il Conte di Amalfi, alias Capitan Sirocco
- Binnie Barnes: Regina Carolina Maria
- Mariella Lotti: Contessa Mercedes de Lopez o Maria Villalta
- Massimo Serato (Rudolph Serato): Il Barone von Holstein
- Alan Curtis: Il Commodoro Van Diel
- Mikhail Rasumny: Pepino
- Virginia Belmont: Annette
- Franca Marzi: Carla
- William Tubbs: Pignatelli
- Alberto Califano: Ufficiale
- Mario Auritano: Ufficiale
- Eric Culton: Ufficiale
- Michel Sorel: Nicolo
- Tony Morena: Zia Anastasia
- Erminio Spalla: pugile
- Liana Del Balzo:
- Eleonora Rossi Drago:
- Arianne Ulmer: bambina
- Jone Morino:
- Linda Christian:
- Angelo Dessy:
- Fedele Gentile:
- Franco Pesce:
Promesse da marinaio (1958)
Promesse di marinaio, commedia musicale comica, è un film italiano del 1958 diretto da Turi Vasile, che ha curato anche la sceneggiatura. Antonio Margheriti è aiuto regista; collabora alla sceneggiatura e cura il soggetto. Un gruppo di marinai (Franco, Mario, Giulio, Michele, Filippo) sbarca dalla motosilurante Audace in libera uscita e si diverte a fermare e corteggiare le ragazze del posto. I giovani si interessano attivamente alle sorti del loro guardamarina Luciano, a sua volta impegnato a conquistare la direttrice di un negozio di musica. Le promesse d’amore si sprecano: "promesse da marinaio", come da titolo. Del cast fanno parte numerosissimi attori, a cominciare da Antonio Cifariello (ventottenne) e la bella Ingebor Schoner (primi nomi in locandina).[2] Quindi Renato Salvatori (venticinquenne), Alberto Bonucci, Rosario Borelli, Nick Pagano, Luigi De Filippo, Walter Santesso, Piera Arico (ventiseienne) e la debuttante Maria Grazia Spina (ventiduenne).
Il regista Turi Vasile affida le musiche originali a Lelio Luttazzi. Dopo il successo di “Classe di Ferro”, il regista gira in Pugliadue film, entrambi distribuiti dalla Titanus: oltre a Promesse di Marinaio, lo stesso anno ambienta Gambe d'oro a Cerignolacon lo stesso Antonio Margheriti, con la colonna sonora dello stesso musicista e lo stesso montaggista.
Da rilevare che nei due film recitano tre attori: Rosario Borelli, Luigi Pavese e Walter Santesso.Il film è girato tutto a Taranto in Ferraniacolor, oltre che al porto (con sfondo un tramonto a pelo d'acqua sul Mar Grande), anche alla vicina stazione ferroviaria, alla partenza del treno per Roma e Milano. Alcune scene sono girate in Piazza della Vittoria: passa un uomo con l’asinello che tira un carretto con il megafono. E i marinai scherzano, cantano, ballano e fermano le ragazze.[3]
Altre sequenze sono ambientate sul lungomare della città, ai giardini con incontri tra marinai e ragazze.[4] Infine i marinai puliscono la nave militare. Distribuita dalla Titanus, a partire da luglio 1958, la pellicola ottiene un grande favore di pubblico.Non è benevola la critica: "Memore dell'affermazione ottenuta con Classe di ferro, Vasile si è ora rivolto alla marina, presentando un altro assortimento di scalmanati e di attaccabrighe in cerca di facili avventure in terra e in mare. Il risultato è assai modesto" .
Promesse di marinaio
Paese di produzione
Italia
Anno
1958
Durata
102 min
Colore
colore
Audio
sonoro
Genere
musicale
Regia
Turi Vasile
Soggetto
Antonio Margheriti
Sceneggiatura
Antonio Margheriti, Turi Vasile
Casa diproduzione
Titanus
Distribuzione(Italia)
Titanus
Fotografia
Mario Damicelli, Giovan Battista Poletto
Montaggio
Mario Serandrei, Giorgio Serralonga
Musiche
Lelio Luttazzi
Interpreti e personaggi
- Renato Salvatori: Luciano, il guardamarina
- Antonio Cifariello: Mario, marinaio
- Ingebor Schöner: Marina
- Alberto Bonucci: Giulio, marinaio
- Rosario Borelli: Franco, marinaio
- Nick Pagano: Michele, marinaio
- Luigi De Filippo: Filippo, marinaio
- Celina Cely:
- Irene Hart:
- Luigi Pavese: sottufficiale
- Piera Arico:
- Maria Grazia Spina:
- Walter Santesso:
- Alice Sandro:
- Marilù Sangiorgi:
- Molly Robinson:
- Rita Sullivan:
- Odilla Quessada:
- Bruna Cealti:
- Agostina De Michelis:
- Carla Mantovani:
Doppiatori italiani
- Giuseppe Rinaldi: Renato Salvatori
Il prezzo della gloria (1959)
La storia si svolge sul cacciatorpediniere Sagittario, nell’ambiente della Marina Militare e verte sul disaccordo che intercorre tra il comandante dell’unità, Alberto Bruni, e il suo primo ufficiale, Il tenente Stefano Valli, comandante in seconda. Ma il comandante viene ferito ed allora il suo collaboratore conclude da solo la pericolosa missione.Nel film recita anche Mike Bongiorno, che qui interpreta Ruggero Grimaldi, in uno dei pochi ruoli al di fuori del suo personaggio televisivo. Il film è ambientato nella città di Taranto: uno dei primi film girati in Puglia.[2]
Una scena è allestita sotto il Ponte Girevole con vista su Taranto vecchia. Un'altra scena è davanti all'ingresso del cine teatroAusonia, con manifesti dello spettacolo di ballerine e strip “Follie” (rivista apprezzata dai marinai).(Wikipedia)